Hvergelmirsen Ulfhjem Njordsen

Attributi

ATTRIBUTO ORIGINARIO ATTUALE ESPERIENZA
Forza 21 28 6/40
Abilità 16 19 10/40
Agilità 15 16 0/40
Riflessi 12 12 10/40
Resistenza 21 32
77/160
Percezione 12 12 26/40
Intelligenza 6 7 0/40
Saggezza 7 7 3/40
Volontà 14 18 22/40
Freddezza 19 22 25/40
Bellezza 12 12 0/40
Carisma 15 17 0/40
Punti Vita 160 28/160

Abilità

NOME ABILITA' ATTRIBUTI LIV CDB CDA ESPER
Ascia Indomita
10

17/50
>Stile della ferocia FOx3 ABx2 FRx2 RI 10
17.8 27
>Colpire punti vitali ABx3 RIx2 9
8.1 17
>Resistenza al dolore REx2 VOx2 FR 9 12.2 21
Sopravvivenza PEx2 AB IN AG 3 6.5 9 0/20
Rissare FOx3 AG RI 3 11.2 14 0/20
Intimidire CAx3 FRx2 3 9.5 12 10/20
Seguire tracce SAx2 PEx2 IN 2 4.5 6 0/20

Stili e tecniche

STILE DELLA FEROCIA
III Classe
Malus
In preda all'ira: -5
TdA Avversario Minimo 3: -2
Vittorioso il giro precedente: -1*
Vittorioso per due giri di seguito: -1*
Punti Vita Massimo 1/4 del totale: -2**
I malus vengono applicati se la condizione ad essi collegata non è rispettata.
(*) Non si applicano a inizio combattimento
(**) Quindi se ne ha più di 3/4 ha un -6, tra 3/4 e 1/2 un -4, tra 1/2 e 1/4 un -2, meno di 1/4 nessun malus.
TECNICA SPACCAMONTEGNE
Vincoli
>condizione di vittoria o tecnica di apertura
>le armi degli avversari con una portata offensiva di massimo un passo superiori alla propria
Tempo di Preparazione(TdP): 2 secondi
Richiede test su FO contro 25
Bonus
+2 ai dadi.
ADDESTRATO A LANCIARE ASCE

Equipaggiamento

ARMI BIANCHE
Scure Falcoriana detta Specchio(9d6+5/3/60/po3)
Ascia a un taglio(9d6+4/4/70/2m/po3)
Ascia da lancio(5d6+4/2/55/5p/po2)
Accetta con lama di selce(5d6+3/4/65/4p/po2)
Scure in ferro(6d6+3 + 4/3/60/po3)
Pugnale nero del vecchio mago(magico)
ARMATURA E PROTEZIONI
Armatura di pelliccia di Gherbel con Aracnorinforzo(13+3xMAX+6)
Elmo completo in ferro con decorazioni in rame(13+3xMAX+6)
ALTRI OGGETTI
Borraccia d'acqua(piena)
Pelle di verro di montagna non conciata
2 Zanne di verro di montagna
2 Coltelli di ferro per conciare le pelli
Strisce di carne per 43 razioni
Armatura di cuoio spesso(4+1xMAX+5)
MONETE E PREZIOSI
9 Monete d'argento
68 Monete di rame
57 Monete di ferro
Medaglione d'oro a forma di testa di leone(magico)
MONETE E PREZIOSI NELLA COPERTA
193 Monete d'oro
21 Monete d'argento
317 Monete di rame
31 Monete di bronzo quadrate e forate
248 Monete di ferro
6 Pietre trasparenti sfaccettate dalla forma oblunga

Conoscenze

Background e storia

Hvergelmirsen Ulfhjem Njordsen
Figlio del mare di ghiaccio, del Lupo Figlio del nord


L’inverno era oramai sceso da diverso tempo e, come sempre, la sua morsa ghiacciata aveva preteso la vita di tutti coloro che si erano dimostrati deboli al suo cospetto, che siano stati vegetali, bestie o uomini.
Il vento spirava feroce quella notte, la neve indurita piombava come macigni sulle teste degli stolti o degli sfortunati che non si erano rifugiati in tempo per evitare quella sventura. Ma il truce canto del Principe del Ghiaccio non era limpido: un pianto, un flebile miagolio soffocato dalla possanza dell’ugola del potente e freddo dio osava pretendere udienza per la prima volta nel mondo dei mortali.
Il pargolo vide la fioca luce di una candela dalle membra di una femmina chiamata Tamara, accolto dalle esperte mani di una vissuta levatrice dai lineamenti scavati.
Gli occhi di Ulf Njordsen, Lupo Figlio del nord, osservavano infervorati dall’eccitazione, mentre la sua bocca non osava proferire parola per non disturbare la tensione del momento.
L’erede della sua stirpe l’aveva finalmente raggiunto.
Era l’ottavo della sua prole: dopo sette vani tentativi di ottenere una progenie maschile, Ulf Njordsen aveva seriamente preso in considerazione l’ipotesi di un qualche arcano sortilegio da parte di una sconosciuta strega, magari commissionato da uno dei suoi non pochi rivali o, peggio ancora, una maledizione divina nei confronti della sua famiglia.
Sacrifici umani avevano riempito i calici di tutti gli altari dei cinque Principi e le sue razzie si erano fatte sempre più spietate e frequenti. L’ira divina doveva essere placata se non voleva assistere alla fine della sua linea di sangue con la sua stessa morte!
E ora, quest’ultima prova. Un figlio nato nel pieno di uno degli inverni più gelidi degli ultimi anni. La prova il cui successo o fallimento avrebbe decretato il destino della sua famiglia e l’onore dei suoi antenati. Una prova, ora, che risiedeva interamente nelle mani del bambino stesso.
Non venne scelto e pronunciato alcun nome per il pargolo, poiché il suo insuccesso sarebbe stato punito con la privazione di ogni rimembranza della sua esistenza. E la mancanza di un nome sarebbe stato il tramite.

Ma il destino arrise alla sorte del nuovo nato, e gli dei furono soddisfatti dei sacrifici del padre.

“Fino a che il tuo mento non presenterà i segni della piena pubertà, tu sarai noto come Hvergelmirsen Ulfhjem Njordsen, Figlio del mare di ghiaccio del Lupo figlio del nord! Ti alleverò secondo la spietata legge degli Agari, diventerai forte e resistente come un orso e le genti tremeranno al tuo solo sguardo!”.

Ulf era orgoglioso. In lui avrebbe infuso tutta la sapienza bellica tramandata da tempi immemori da padre in figlio; il suo spirito sarebbe diventato spietato e freddo come i ghiacci che lo hanno accolto al mondo, la sua volontà impiegabile come il ferro, i suoi muscoli sarebbero stati più duri della roccia e la sua passione di fuoco avrebbe sparso il suo seme nelle femmine dei villaggi di ogni sua futura razzia. La sua stirpe si sarebbe salvata.

Gli anni trascorsero veloci come fiume in piena, travolgendo ogni cosa si fosse trovata lungo il suo percorso. Anche Hvergelmirsen, proprio come quel fiume, crebbe con l’impeto di chi desidera piegare il mondo a sé, passo dopo passo.
Ulf stesso si ritrovò piacevolmente sorpreso nel vedere in prima persona suo figlio, oramai quattordicenne, mentre strangolava a mani nude un vigoroso lupo della tundra. Il manto della bestia, poche ore dopo la sua memorabile uccisione, ornava le spalle e la schiena del giovane, mentre il lungo e digrignante muso pendeva lungo il suo glabro petto.

Giunse così il suo dicissettesimo anno di vita.
Crebbe celermente, a perfetta previsione dei desideri del padre. Membra possenti, dall’imponente e villoso torace, portamento eretto e fiero, occhi azzurri come il cielo ma freddi come il ghiaccio del più rigido degli inverni, pelle rischiarata dalla neve ma dura come il cuoio, viso spigoloso di un impenetrabile volto, una fluente chioma color oro, come le sopracciglia e la riccia barba che gli riempiva la prominente mascella.
La voce tonante come quella di un orso inferocito.

“Figlio, i giorni della fanciullezza sono oramai giunti a loro termine. Io non sono più giovane come quando sei nato, e non ho più nulla da insegnarti. Il tempo degli addestramenti è finito.
Ora sei un uomo, e come tale devi trovarti un posto nella società che compone il nostro clan. Il rispetto si guadagna con le azioni e col tempo, ma non puoi pretendere di raggiungerlo rimanendo qui. Il tuo destino è stato segnato nel momento in cui sei nato, quel brutale inverno di cui onoro la memoria.
Va’, figlio mio. Fatti conoscere dalle genti del continente. Onora gli antenati che mi hanno e ti hanno concesso l’esistenza in questo mondo, seppur per breve tempo, poiché dopo la vita terrena il tuo posto sarà deciso in base alle tue azioni passate. Trova un nome che si confà alle tue imprese, e torna da me e dal tuo popolo solo quando avrai delle gesta degne di rispetto da annoverare accanto al tuo nuovo nome.
E che tu possa onorare tra i cinque Principi coloro che hanno posato i loro divini sguardi sulla tua fortuna, affinché rimangano sempre più estasiati dalle tue gesta!”




scritto da Ernesto Pozzoni - sabato 25 marzo 2006

Note